L’impresa familiare italiana
L’85% del tessuto economico italiano è composto da imprese gestite da una famiglia. Secondo i dati AIDAF le aziende familiari sono 784.000. Non solo, il 70% degli occupati in Italia lavora in aziende famigliari.
Al contrario di quanto si possa credere, anche nel resto del mondo l’impresa con patrimonio in mano alle famiglie è preponderante nel sistema economico, con percentuali sul totale anche superiori all’Italia.
Quello che contraddistingue l’impresa familiare Italiana è che la gestione della stessa rimane saldamente in mano alla famiglia, cosa che accade in misura molto minore negli altri paesi.
Altro elemento caratterizzante dell’impresa familiare italiana è quello di concentrare al suo interno tre beni di grande importanza nel contesto socio economico e fortemente tutelati nell’ordinamento giuridico italiano: famiglia, azienda e patrimonio.
Aziende
familiari
Creano occupazione per il 70%
dei lavoratori italiani (dati AIDAF)
Il passaggio generazionale
Il passaggio o ricambio generazionale è un tema che negli ultimi anni sta assumendo sempre più importanza a causa delle peculiarità del tessuto produttivo italiano, composto principalmente da realtà imprenditoriali di piccole e medie dimensioni.
Molte imprese a conduzione familiare sono infatti sorte nel periodo del boom economico degli anni ’50 e ’60, e devono ora – o dovranno nel prossimo futuro – confrontarsi con il delicato momento della cessione della funzione imprenditoriale dai fondatori ai successori.
Quando si parla di ricambio generazionale si intende appunto il processo che conduce al passaggio di capitale, e talvolta di responsabilità gestionale, dalla generazione presente a quella emergente, al fine di garantire la continuità dell’impresa.
Gestire il trasferimento del patrimonio in modo efficiente e strutturato è indispensabile per assicurare la sopravvivenza di un’attività imprenditoriale, come anche la sua stabilità e il suo ulteriore sviluppo nel tempo.
Si stima che, nei prossimi vent’anni, almeno 400 miliardi di Euro di solo patrimonio mobiliare italiano, a cui vanno sommati tanto il patrimonio immobiliare quanto quello aziendale, saranno interessati da questa circostanza, eppure secondo l’Associazione Italiana Private Banking solo un individuo su quattro ha attivamente pianificato le fasi del passaggio. Similmente si può notare che solo il 30% delle imprese familiari sopravvive al suo fondatore, e appena il 13% giunge alla terza generazione.
In Italia, circa il 70% delle imprese con un fatturato compreso tra 20 e 50 milioni di Euro è a matrice familiare, 59% le aziende con fatturato oltre i 50 milioni. Di queste il 25% è guidato da un leader di età superiore ai 70 anni e il 18%, quindi quasi una su cinque, dovrà sarà costretta ad affrontare il ricambio generazionale nei prossimi 5 anni.
Infatti il ricambio generazionale si rivela spesso difficile, in alcuni casi traumatico, poiché non attiene solo alla dimensione economico-finanziaria o di mera successione al vertice dell’impresa, bensì coinvolge anche dinamiche di tipo relazionale e familiare.
Un ulteriore livello di complessità è dato poi dal fatto che al trasferimento delle quote e delle cariche si accompagna – o quantomeno dovrebbe accompagnarsi – la trasmissione del patrimonio di conoscenze e competenze aziendali accumulate negli anni, nonché la condivisione dei valori fondanti l’impresa.
Appare quindi evidente che affidare tale accadimento all’improvvisazione aumenta il rischio di generare effetti destabilizzanti e potenzialmente distruttivi per l’impresa.
Gestione del passaggio generazionale
Affinché il passaggio generazionale avvenga con successo, è di grande utilità prevedere un contributo professionale esterno capace di garantire un approccio imparziale ed oggettivo nell’analisi delle potenzialità di sviluppo del business, nell’ottimizzazione degli assetti societari e nell’identificazione di soluzioni gestionali e finanziarie. L’intervento di una consulenza esterna, in particolar modo, agevola la comunicazione tra generazioni diverse e produce strategie che bilancino gli interessi dei membri.